La Sicilia è famosa nel mondo per la sua storia della ceramica; gli archeologi hanno scoperto ceramiche nella zona che risale al 2400 a.C. L’abbondanza di primi coloni provenienti da tutto il mondo ha portato diversi stili ed estetica che possono ancora essere trovati nell’opera d’arte oggi.
I Greci portarono con sé i loro distinti vasi, anfore (l’iconico vaso greco antico con due manici e un collo stretto) e urne. I romani introdussero la terra sigillata, o ceramica rossa estremamente dettagliata.
Tuttavia, i contributi artistici e di design più importanti sono venuti dalla cultura araba. Hanno introdotto tecniche, colori, motivi e materiali ancora oggi utilizzati. In effetti, durante tutto un viaggio capita di vedere un modello simile di cinque cerchi intrecciati in mosaici, ceramiche e altro. Se cerchi su Google il suo significato, tutto riporta al design e all’arte arabi.
L’isola ospita ancora oggi una fiorente industria della ceramica, con sede in quattro città: Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Burgio e Sciacca. Ogni regione ha il suo stile artistico distinto.
Caltagirone mostra ricchi blu e verdi, con accenti giallo oro a contrasto. Gli artigiani di Santo Stefano di Camastra prediligono intense sfumature rosso-arancio con delicati motivi blu e bianchi. Sciacca produce blu e gialli brillanti su uno sfondo di bianco puro e gli artisti di Burgio preferiscono colori più neutri e terrosi.
La leggenda della testa moresca risale all’XI secolo, durante la dominazione dei Mori in Sicilia e, come nella maggior parte delle leggende, è ancora una volta colpa di Cupido.
Un giorno, una bella e onorevole ragazza che viveva nella Kalsa, il quartiere arabo di Palermo, si prendeva cura di piante e fiori nel balcone di casa sua come era abituata. All’improvviso, un mercante moro che passava di lì si innamorò della bella ragazza che ricambiò immediatamente il suo amore.
Hanno iniziato ad avere una storia d’amore fino a quando ha scoperto che aveva già moglie e figli ad aspettarlo nella sua terra natale. Improvvisamente impazzì di gelosia e una notte, mentre lui dormiva, pensò a un modo per farlo stare con lei per sempre!
Quindi gli tagliò la testa e abilmente decise di usarlo come vaso per far crescere la sua bellissima pianta di basilico.
Le persone che camminavano lungo il suo balcone iniziarono a guardare la sua fiorente pianta di basilico e diventarono gelose di quanto fossero fiorite le sue piante, così iniziarono a forgiare vasi colorati di teste di argilla che desideravano avere lo stesso magico pollice verde.
Oggi ci sono diverse varietà di teste in ceramica, ma quelle tradizionali mostrano un uomo di colore e una bella ragazza.
Se vuoi anche tu il meglio in fatto di ceramiche Sciacca, rivolgiti alle creazioni di Gaspare Patti: troverai un’arte che ti lascerà a bocca aperta.